
Oggi voglio concentrarmi su un aspetto molto importante dell’Affiliate Marketing, un aspetto che può fare la differenza sui risultati. Voglio andare a valutare passo passo quale fonte di traffico ci può permettere di monetizzare di più il nostro business in affiliate marketing.
Molte persone spesso mi chiedono: “Mirco ma, secondo te, è meglio lavorare di SEO o con il PAID ADVERTISING?”. Beh diciamo che a volte la risposta non è così scontata, per il semplice fatto che dipende da troppi fattori: competenze, tempistiche, budget a disposizione, tempo a disposizione (da non tralasciare quest’ultimo punto molto importante).
Andiamo ad analizzare nel dettaglio queste due fonti di traffico in modo da poter prendere una decisione concreta in base alle nostre esigenze.
SEO (Search Engine Optimization)
SEO è l’acronimo di “Search Engine Optimization” o “Search Engine Optimizer” e sta ad indicare l’ottimizzazione per i motori di ricerca, quali Google, Bing, Yahoo ed altri.
Scegliere di operare attraverso il/la SEO (scegli l’articolo che più ti garba) per portare traffico al proprio sito web/landing/advertorial page o qualsiasi altra pagina di conversione, non è una scelta facile: implica tempo, risorse e perdita di focus, che potresti dedicare a progetti più immediati.
Perché non è una scelta facile la SEO?
Semplice! Avvalersi di un esperto SEO (faccio questa ipotesi perché la maggior parte delle persone che iniziano un percorso con l’Affiliate Marketing, difficilmente conosce questo campo) comporta due fattori importanti:
- puoi potenzialmente migliorare il tuo sito web;
- puoi rischiare di danneggiare il tuo sito web e la tua reputazione.
Dobbiamo assicurarci per bene di comprendere quali sono i potenziali vantaggi che un esperto SEO può portarci ma dobbiamo anche sapere quali danni un esperto SEO irresponsabile può causare al nostro sito.
Cerchiamo di tenere bene in considerazione alcuni punti quando affidiamo il nostro sito web ad un esperto SEO (qualora lo fosse). Quindi assicuriamoci che l’esperto lavori su:
- Report: esame del contenuto e della struttura del sito;
- Minify Codice: compressione del codice del sito (javascript, css, image…) per renderlo più dinamico;
- Velocità di Caricamento: insieme all’ottimizzazione del codice, è importante anche avere un hosting che renda il tutto più veloce;
- Keyword Research: ricerca delle parole chiave adatte al contesto del nostro sito web;
Domande da un milione di dollari:
- Ma quanto posso monetizzare il/la (a tua discrezione) SEO?
- Posso scalare con il/la SEO?
- Per quanto tempo il/la SEO mi permette di monetizzare i miei contenuti?
Una domanda per volta 😉
Ma quanto posso monetizzare il/la (a tua discrezione) SEO?
Non c’è un valore specifico perché dipende da tanti fattori: keywords, nicchia, posizionamento SERP (chiamiamola classifica su Google) in prima, seconda, terza o quarta pagina e via dicendo, concorrenza (è sempre in agguato… può arrivare da un momento all’altro!) e tanti altri piccoli fattori che possono fare la differenza sulla mole e la qualità del traffico portato.
Posso scalare con il/la SEO?
Assolutamente NO!
Per quanto tempo il/la SEO mi permette di monetizzare i miei contenuti?
Anche in questo caso non c’è una risposta specifica che io possa darti. Ma questo fattore è caratterizzato da un punto molto importante: LA CONCORRENZA.
Eh si! Se posizioni la keyword di un articolo nella prima posizione della prima pagina di Google (prendiamo questo motore di ricerca come riferimento essendo il più usato, ma non è l’unico), non è detto che ci resti per sempre.
Domattina si svegliano 10 tuoi competitor ed iniziano a lavorare di SEO sulla tua stessa stessa keyword sviluppando un contenuto migliore del tuo: tempo qualche mese e perdi posizioni importanti.
Di conseguenza, si abbassano drasticamente le visite organiche! Quindi il/la SEO ha un bisogno incessante di lavoro in backend per mantenere tutto stabile.
Quindi riassumiamo in due righe quello che abbiamo detto:
- Non c’è un valore specifico su quanto tu possa monetizzare un lavoro di SEO;
- Il/la SEO non è scalabile
- Il/la SEO richiede sempre del lavoro affinché tu resta in prima pagina (qualora ci arrivassi).
PAID ADVERTISING
Qui è inutile dirtelo, quando si parla di Paid Advertising la maggior parte delle persone lo collegano alla piattaforma Facebook Ads. Per il semplice fatto che Facebook è lo strumento dove gia tutti noi abbiamo un account (quindi è anche abbastanza semplice creare la nostra prima campagna di sponsorizzazione) e perché Facebook è il Social dove sono registrati praticamente TUTTI.
Ricordate una cosa importante: Facebook Ads non è l’unica fonte di traffico dove è possibile operare con Paid Advertising, ma ce ne sono tantissime altre (magari questo discorso lo approfondiamo in un altro articolo).
Oggi, molto spesso, mi accorgo che la maggior parte degli utenti che usano questo strumento fanno a gara a chi si fa bannare prima gli account; per il semplice fatto che si OSTENTA: si ostenta ad andare contro quelli che sono i Termini & Condizioni di Facebook (magari dopo aver letto questo articolo, fatti una bella ripassata di questi ultimi, casomai operi o vorrai operare con Paid Advertising su Facebook, non fa mai male!).
Ma in parole povere come la penso?
Io credo che Facebook sia un ottimo strumento per fare pubblicità (ma ripeto, non è l’unico, fissatelo bene nella capoccia), ma richiede un po’ di lavoro affinché le nostre campagne funzionino nel tempo.
Approcciarsi in modo amatoriale a questo strumento lo sconsiglio perché è molto facile trasformare in un “pozzo senza fondo” di demotivazione: ban continui, difficoltà nel tracciare le variabili che convertono, possibilità di ottimizzare le conversioni solo per CPC (cost per click) o CPM (cost per mille impression) senza definire quale target funziona.
Bisogna tenere ben chiare quali sono le logiche dello strumento che stiamo utilizzando e come funziona nel dettaglio.
Se stai gestendo una campagna di Facebook ADS, tieni in considerazione questi 3 consigli che vengono da un’esperienza diretta: qui di seguito te li elenco.
1) Monitorizza il CTR nel tempo.
Non sai cos’è il CTR (Click-Through Rate)?
È il rapporto che intercorre tra il numero di volte che viene visualizzato il tuo annuncio e il numero di volte che viene cliccato (es. formula: 1000 impression / 10 clicks = 1% CTR).
In Facebook Ads il CTR è tutto, ancora più che in Google Adwords. Il meccanismo di offerta di “Cost Per Click”, infatti, è molto influenzato da quanto il tuo annuncio sia cliccato. Più è alto il tuo CTR, più il tuo annuncio sarà visualizzato al pubblico ad un costo minore. In pratica è un meccanismo ad asta.
Ti faccio qui di seguito un esempio per capirci: se il mio CTR è più alto del tuo, Facebook tenderà a rendere visibile più volte il mio annuncio, piuttosto che il tuo. Questo significa che la mia inserzione raggiungerà più persone rispetto alla tua ad un costo minore.
FATTORE IMPORTANTE: il tuo annuncio, man mano che calerà il CTR, verrà quasi del tutto escluso dal mercato, a meno che non sei disposto ad alzare l’offerta per il singolo click (questo avviene anche in caso di concorrenza con grossi budget).
Di conseguenza ci chiederemo: cosa influenza il CTR?
Beh fondamentalmente sono 3 le cose che influenzano il CTR:
- COPYWRITING: il testo che compone l’annuncio.
- IMMAGINE: la grafica e lo stile del tuo annuncio.
- FREQUENZA: il numero di volte che il tuo annuncio viene mostrato alle stesse persone.
In parole povere, più il tuo annuncio è mostrato ad un pubblico ristretto e di nicchia, più il CTR sarà elevato.
Però c’è da dire che: più il pubblico è ristretto, più il CTR sarà elevato, più pagherai in CPM.
Quindi: più la nicchia è ristretta e in target, più aumenta il CPM.
2) Tieni sotto controllo il parametro “frequenza”.
Avrai notato sicuramente che il prezzo della tua campagna tende ad alzarsi col passare del tempo. Come spiegato prima, più e più volte viene visualizzato il tuo annuncio dallo stesso pubblico, più si abbassa il CTR, più si alza il costo per interazione.
Questo fenomeno è abbastanza naturale su Facebook causa SATURAZIONE. Ma puoi tranquillamente monitorare il tutto attraverso il parametro “frequenza” (che indica il numero di volte che la stessa persona ha visualizzato il tuo annuncio).
Di conseguenza, più è alta la FREQUENZA, più il CTR tenderà ad abbassarsi.
3) Testa annunci sulla “curiosità” e “appartenenza”.
Due tipologie di annunci che funzionano alla grande, sono quelli legati alla curiosità e all’appartenenza.
I primi sono annunci che “interrompono” il flusso di pensieri dell’utente medio. Di solito, questa tipologia di annunci ha un ottimo CTR finché non si raggiunge la saturazione, ma attirano un pubblico di bassa qualità.
I secondi sono fondamentali per attrarre al proprio annuncio una certa tipologia di pubblico ma hanno un problema: si saturano in fretta.
Facciamo due esempi:
- ANNUNCIO DI CURIOSITÀ: “Belen in costume, nuove foto al mare”
- ANNUNCIO DI APPARTENENZA: “Sei sovrappeso? Ecco come puoi…”
Penso di averti elencato i punti cruciali di entrambe le fonti di traffico e, di conseguenza, credo tu sia in grado di prendere una scelta su delle basi solide.
Detto questo: Meglio lavorare con SEO o con Paid Advertising?
Io ho cercato di elencarti quali sono i pro e i contro di entrambi le fonti di traffico, ora trai tu alcune conclusioni e mi aspetto un tuo commento sotto questo articolo dove mi esponi le tue idee.
Mirco Russo
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